Il teatro è silenzio. Amleto & Co.

Qui sopra ho parlato del silenzio molto.

Troppo secondo il mio severissimo Editor.

“Devi tagliare” sentenzia irrevocabile.

“Ma tanto nessuno mi legge…” tento timidamente di ribattere.

“Ti leggo io. E non voglio vergognarmi di te” è il colpo di grazia dell’Editor.

Non mi resta che obbedire.

E’ già in lavorazione un’edizione riveduta del mio testo, brutalmente mutilato di almeno il 50%.

“Il 50% non basta. Devi tagliare almeno il 79%” impone l’Editor.

Non chiedetemi perché devo tagliare il 79% e non l’80%.

Come disse Adlai Stevenson :

“l’Editor è uno che separa il grano dalla pula e pubblica la pula”.

Però qui tra i “Commenti”, dove l’Editor per ora non interviene,

voglio parlare ancora un po’ del silenzio.

Ho chiuso come Shakespeare chiude ‘Amleto’ : “Il resto è silenzio”.

 

Ma tanti altri silenzi si sono impressi indimenticabili nella mia memoria,

più a fondo e più a lungo di pur memorabili voci :

Carmelo Bene e Demetrio Stratos, per dire le prime due voci indimenticabili.

 

I silenzi di Eduardo : pause che dicevano più e meglio di ogni parola …

 

Il silenzio di Bartebas mentre un cavallo bianco, sciolto, assolutamente libero eppure immobile,
solo al centro della pista alza le orecchie e gira il muso e cerca l’uomo che si muove invisibile tutt’intorno nel buio

 

La pausa che la Callas mette prima di decidersi a sussurrare a Germont : “Ah ! Dite alla giovine….”

 

Il silenzio di Tadeusz Kantor che si aggira in scena tra i suoi attori e non pronuncia una sillaba,
però indica qualcosa imperioso con la bellissima mano e gli attori capiscono

https://www.youtube.com/watch?v=U0wdk3N53XY       dal minuto 3’14” in avanti

 

Il silenzio di noi spettatori dei primissimi spettacoli della Fura del Baus :

tutti in silenzio e atterriti dall’esplosione di brutalità e violenza che sarebbe inevitabilmente arrivata…  senza preavviso.

 

E poi alcuni, solo alcuni indimenticabili silenzi del cinema :

Il silenzio di ‘Luci della Città’ : lei non più cieca e ora fioraia di successo

vede dall’interno del negozio, oltre la vetrina, un barbone.

Il poveretto ha un fiore in mano, un fiore così malconcio che i petali cadono come foglie d’autunno.

Lei allora gli offre un fiore… o una moneta.. esce e lo prende per mano. E la mano,

più che gli occhi che non hanno mai visto, la mano riconosce …
e nasce sul viso di Chaplin un sorriso, che potrebbe da solo sintetizzare la storia del cinema.
E dell’umanità.

https://www.youtube.com/watch?v=eNTvn6TTQZM

 

Le dita di Meryl Streep che si avvinghiano sulla maniglia dell’auto e sono assoluto strazio,

che risuona in ogni goccia d’acqua, mentre  i sogni si sgretolano sotto quella infinita pioggia.

Pura silenziosa poesia che dilaga.

https://www.youtube.com/watch?v=jAqyy-OJrec

 

Il silenzio di Noodles/DeNiro che ci guarda con gli occhi sbarrati per interminabili secondi
(così interminabili che sopra ci scorrono persino i titoli di coda) alla fine di “C’era una volta in America.

https://www.youtube.com/watch?v=FOxR32XTF_4

E prima nel film, il silenzio che accompagna per 59 (cinquantanove) interminabili secondi e 8 inquadrature
senza una sola parola di dialogo il cucchiaino con cui Noodles
incomprensibilmente ma con un chiarissimo minaccioso messaggio
continua imperturbabile a mescolare la sua tazzina di caffè

https://www.youtube.com/watch?v=80ZUJOyp34w

 

Il silenzio che cala tra gli infiniti rumori della giungla e le grida e i tamburi degli indios
quando Fitzcarraldo nella più totale assurdità di pensieri e di gesti, mette sul grammofono a tromba
sul ponte della sua sgangherata barca il disco con la voce di Caruso ….

https://www.youtube.com/watch?v=X6m1QDBx5ec

 

I silenzi di Hitchcock : mi parla Marcello Chiarenza dell’importanza del silenzio nei film di Hitchcock:

Hitchcock per Marcello non è un grande regista : è IL regista. Leggerò e ne parlerò presto qui.

 

(continua)

5 Responses to “Il teatro è silenzio. Amleto & Co.”

  1. Alberto says:

    Ciao Franco,
    ero sicuro di averTi risposto sui ballerini, le Tue dotte farneticazioni, argute e sottili, sono state una piacevolissima lettura che ha, aumentato – se possibile – la stima che ho per Te.
    Mi era piaciuto così tanto l’ articolo sul silenzio che ho tentato di leggerlo anche a casa alle mie donne ed animali;
    le uniche vere ascoltatrici sono state la Milly (cane) e Maya (gatto) che non si sono spostate fino alla fine dell’ articolo.
    Io che sono meno “raffinato” di te avrei messo anche uno dei silenzi di Sergio Leone, probabilmente l’ inizio di “C’era una volta il West” quando il protagonista
    aspetta alla stazione tra il cigolio di una porta, l’accensione di un fiammifero e il lento stillare della goccia d’acqua.
    Sei sempre un grande.
    Un abbraccio anche a Giovanna
    Il tuo pilone di fiducia.

  2. Perfetta citazione, Alberto. In attesa alla stazione però non è un protagonista, ma quattro splendidi caratteristi.
    I titoli di testa di “C’era una volta il West” sono una straordinaria sequenza di 10 (dieci) minuti e 52 (cinquantadue) secondi :
    una indimenticabile sinfonia di suoni e di silenzio.

    Mi emoziona ricordare che prima di essere sceneggiatore di questo capolavoro insieme a Leone,
    Sergio Donati ha diviso con Gustavo Veltroni e con me l’ufficio del mio primo lavoro in pubblicità.
    Quando il Presidente Ray Thompson portava un nuovo potenziale cliente a visitare l’Agenzia,
    aprendo la porta del nostro piccolo ufficio diceva “ … e qui teniamo i creativi”.
    “Teniamo”, come se noi fossimo scimmiette ammaestrate e in gabbia.

    Implacabile Gustavo ribatteva a voce ben alta, davanti al nuovo potenziale cliente foriero di centinaia di milioni, forse :
    “Bellino ? butta le noccioline, su !”
    mentre lui e Sergio Donati si preparavano a braccia aperte e bocca spalancata per cogliere al volo le inesistenti noccioline.

    Nonostante questa irriverente e indecorosa accoglienza (che Ray Thompson peraltro, astuto come una spia del Secret Intelligence Service
    non si permise mai di criticare nemmeno sollevando un sopracciglio)
    la CPV acquistò in quei giorni nuovi clienti della portata di Shell, Polaroid, Colgate-Palmolive : era e rimase per anni la più grande Agenzia in Italia.

    Da quell’ufficio Gustavo Veltroni se ne andò troppo presto, Sergio Donati tornò nella sua Roma e incontrò Leone e io….
    io ‘dimissionato’ per aver dato in una riunione ufficiale del “trombone” al mio Direttore Creativo
    io scoprii in General Film il meraviglioso lavoro di creare Cinema e TV.

    Come per tutte le altre sequenze citate qui sopra, ecco il link per godersi 10 minuti e 52 secondi
    di grande cinema e di una splendida colonna sonora tutta orchestrata sul silenzio :

    https://www.youtube.com/watch?v=eZV9o2xcuh0

  3. Sergio says:

    Ciao carissimo, bel pezzo !

    Sergio

  4. Castruccio Castracani says:

    Carissimo,
    mi permetto di apprezzare il pezzo sul silenzio.
    Con amicizia
    Castruccio

  5. Franco Bellino says:

    Mi scrive il grande Giulio Soravia :

    UN GIORNO SUBHUTI, IN UNO STATO D’ANIMO DI VUOTO SUBLIME,
    ERA SEDUTO SOTTO UN ALBERO.
    DEI FIORI COMINCIARONO A CADERGLI TUTT’INTORNO.
    “TI STIAMO LODANDO PER IL TUO DISCORSO SUL VUOTO” GLI MORMORARONO GLI DEI.
    “MA IO NON HO PARLATO DEL VUOTO” DISSE SUBHUTI.
    “TU NON HAI PARLATO DEL VUOTO, NOI NON ABBIAMO UDITO IL VUOTO” RISPOSERO GLI DEI.
    “QUESTO E’ IL VERO VUOTO”.
    E LE GEMME CADEVANO SU DI LUI COME UNA PIOGGIA.

    Giulio, chi disse : “QUESTO E’ IL VERO VUOTO” ?
    Non lo dissero gli dei.
    Non lo disse Subhuti.
    Lo disse il vuoto ?
    Ma il vuoto non ha voce.

    Quindi il vuoto, come il silenzio, parlano.

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