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L’immagine è capovolta perché solo così – capovolta ! – Bhagirath, detto “Bhagiji”, il nostro cantastorie (“Kavariya Bhat”) la riconosce.

Per tutta la sua vita – anni e anni – “Bhagiji” ha visto capovolte
le immagini del suo “kavad”.

Vedendole diritte lui non avrebbe saputo riconoscere le figure
di cui sapeva, e spesso inventava, vita e miracoli.

Doveva guardarle dall’alto in basso, capovolte.
Solo così le riconosceva e le descriveva perfettamente.

 

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Ma questa è solo l’ultima storia che il cantastorie “Bhagiji” mi ha raccontato.

 

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In un vicolo di Bangkok dei ragazzi giocano con una palla di bambù.
Colpiscono la palla con i piedi, con le mani e con la testa.

Mi incanto a guardarli. Mi incanto soprattutto a guardare la loro palla.
A volte rotola fuori campo e arriva fino a me. La prendo, la guardo e gliela rilancio.
Ma vorrei tenerla.

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