Amore in Piazza a Venezia.

A Venezia c’è solo una Piazza. Da circa 670 anni due innamorati fanno l’amore in Piazza.

Parlando dei piatti da frito’e (http://www.francobellino.com/?p=2786#more-2786) ho scritto

che il capitello di Palazzo Ducale dedicato alla “Love Story” ha un finale tragico.Il capitello racconta una romantica storia d’amore:
lui vede lei affacciata al balcone e subito le dichiara il suo amore …

Vita amorosa 1

poi ognuno dei due giura all’altro amore eterno …

Vita amorosa 2

si celebrano le nozze (forse) …

Vita amorosa 3

ed ecco il primo appassionato bacio

Vita amorosa 4

e, subito dopo, la prima notte d’amore : gli innamorati sono nudi a letto : fanno l’amore in Piazza.

Vita amorosa 5

E’ nato il frutto del loro amore : un bel bambino … i due genitori se lo coccolano ancora in fasce …

Vita amorosa 6

passano gli anni, il bimbo cresce, i genitori sono un po’ invecchiati, tutto sembra andare per il meglio ..

Vita amorosa 7

ma … il bimbo è morto e i due genitori lo vegliano affranti ..

Vita amorosa 8

 

Questo improvviso tragico finale ci coglie di sorpresa. Un pugno nello stomaco. Incomprensibile.
Ma perché ? La prima volta che vedi questo capitello, e poi le dieci cento volte che lo rivedi, ogni volta rimani sconvolto.
E anche deluso.

Tanta fatica, quasi sette secoli fa, per scolpire minuziosamente e per raccontarci una romantica storia d’amore
e poi me la finisci con una immotivata tragedia ?

Non posso accettare una così enorme ingiustizia. Allora cerco spiegazioni sul testo classico dedicato
ai capitelli del Palazzo Ducale di Venezia : “Il poema del tempo” di Antonio Manno.

Manno cover

Una prima interpretazione la offre Guido Tigler nel saggio :
Le facciate del Palazzo, l’ispirazione dell’artista. La cultura figurativa di ‘Flippo Calendario’.

Tigler suggerisce come una possibile fonte iconografica per alcuni capitelli di Palazzo Ducale
avori francesi di soggetto profano, miniature del ‘Roman de Troyes’ presenti proprio in quegli anni a Venezia,
custodie circolari a due valve per specchi o pettini, in cui compaiono diverse fasi del corteggiamento.

Poi, ecco a pagina 25, la prima ipotesi : i protagonisti della nostra Love Story ante litteram non si sono sposati in chiesa.
Il loro è un amore illegittimo, un amore peccaminoso. I due amanti si amano, generano un figlio, però non lo battezzano.
E quindi se lo vedono morire in tenera età.

Prosegue Tigler rigirando il coltello nella piaga :
“ .. si indovina che con la morte del bambino entra in crisi anche la relazione fra i prima spensierati genitori”.
Conclude : “Sospetto qui un’ingerenza moralizzatrice di origine cattolica.
I giovani amanti sono concubini, visto che la loro unione non è santificata da un sacerdote
ed era finalizzata al mero piacere, ed i loro disinibiti progetti per l’avvenire
non hanno tenuto conto dei precetti religiosi e della tradizione”.

Sempre nello stesso splendido volume “Il poema del tempo” però, alle pagine 94-97,
ecco una differente interpretazione del tragico finale della nostra Love Story.
Questa volta è Antonio Manno che descrive il capitello numero 13, quello dedicato alla “Vita amorosa e coniugale”,
l’unico tra tutti “che illustra una ‘historia’ coinvolgente e dall’epilogo drammatico”.

Per Antonio non è questione di fedeltà o meno ai riti – i sacramenti del Matrimonio e del Battesimo -
prescritti da Santa Madre Chiesa, quanto piuttosto di negative congiunzioni astrali.
E’ tutta una questione di zodiaco e di oroscopi infausti. E’ l’infausta congiunzione astrale dei genitori
al momento del concepimento e del figlio al momento della sua nascita a determinare il tragico finale
di quella che sembrava una tenera e felice storia d’amore.

 

Per spiegare il tragico finale della nostra storia d’amore c’è dunque
un’ipotesi di punizione per comportamenti peccaminosi (pagano forse giustamente i genitori colpevoli,
ma paga anche certo ingiustamente il figlio innocente),
e un’altra ipotesi di colossale sfortuna astrologica : proprio quel giorno i due dovevano incontrarsi e subito innamorarsi ?

Peccato mortale in un caso, sfiga mortale nell’altro.

Tutte e due queste ipotesi mi lasciano un sapore amaro in bocca.
Come tutti amo nelle storie, nei film e soprattutto nella vita il classico happy end.
Però molto spesso (troppo spesso?) nelle grandi storie d’amore non c’è il lieto fine.
Anzi, forse proprio le più grandi storie d’amore hanno una tragica fine.

Però se proprio tragedia deve essere, allora che sia grande lirica tragedia. Coinvolgente, appassionante.
La mia vita è stata arricchita negli anni da grandi storie d’amore con tragici finali.
Le amo tutte e mi piace qui ricordarne, a me per primo, alcune.

Chi mi legge ed è interessato solo al capitello di Palazzo Ducale a Venezia è invitato
a saltare elegantemente tutto quanto segue – tutto il testo e tutte le immagini che metto tra 3 parentesi –
e riprendere soltanto dopo le prossime 3 parentesi :

 

                                                                    (((                               )))

 

Adesso che siamo tra noi – innamorati di storie d’amore – ecco i protagonisti
delle grandi storie d’amore della mia vita. Tutte o quasi con un tragico bellissimo finale.

Ero con la lucerna spenta dalla tempesta e Leandro, sapore di sale.. sapore di mare.

Ero Leandro 3Ero Leandro 1

Didone senza Enea : troppo tiepido e perbenino il profugo troiano per meritare davvero
la rovente passione della regina di Cartagine.

Didone

 

Euridice e Orfeo che scende tra i morti per riportarla alla vita e la conquista, ma poi la perde per troppo amore,
per non saper resistere al desiderio di guardarla troppo presto.

Orfeo Euridice

 

Paolo e Francesca ..

Licini coppia Paolo Francesca

 

Giulietta e Romeo ..

Giulietta Romeo 1

Giulietta Romeo 2Giulietta Romeo 3

 

Ci metto anche Eloisa ed Abelardo : «Col pretesto delle lezioni ci abbandonammo completamente all’amore …
aperti i libri, erano più numerosi i baci che le frasi ..  la mano correva più spesso al seno che ai libri”.

Abelardo Eloisa 2

 

Evirato lui, privata del figlio lei : per anni i due si scrivono lettere appassionate, ognuno dal suo convento.

E insieme finalmente riposano al Père Lachaise ..

Abelardo Eloisa 3

 

Convento che evoca Cyrano ormai vecchio, che per la prima volta in 14 anni arriva in ritardo da Rossana.
Cyrano legge a Rossana l’ultima lettera che lui le ha scritto, firmandosi Cristiano, ma cala sera, non ci si vede più.
Rossana si accorge che Cyrano non sta leggendo la lettera di Cristiano : la sa a memoria perché è lui che l’ha scritta.
Eppure Cyrano proclama : “No, mio caro amore : io non vi ho mai amato !”.  E muore.

 

Amo Simone Signoret in “Casco d’oro” .. Simone 1

 

 

 

 

.. amo “Garance” (Arletty) in “Les enfants du Paradis” ..

Garance 2

 

 

 

.. e amo la “Barbara” di Prevert che a Brest corre raggiante, rapita, grondante sotto la pioggia verso l’amore.

Amo Jeanne Moreau, una ‘Catherine’ che è impossibile non amare in “Jules et Jim”.

Jules et Jim

 

Jim è anche l’indimenticabile protagonista de “Il dono dei Magi” di O. Henry. Il suo orologio d’oro,
tramandato di padre in figlio con la relativa preziosa catenella di platino e gli stupendi morbidi capelli di lei,
lunghi fino alle ginocchia, con il set di pettini di puro guscio di tartaruga e gli orli ingioiellati..

O. Henry 2

ci accompagnano ad un finale che non voglio qui raccontare per non sciupare la magia di una delle più belle e malinconiche storie d’amore.O. Henry

 

Tex Willer che diventa “Aquila della notte” per la sua Lilyth così presto perduta.

Violetta Valery e Alfredo Germont a Paris,
Floria Tosca e Mario Cavaradossi a Castel sant’Angelo.
Marlene, irresistibile “Lola Lola” che canta ne “L’Angelo Azzurro” ..

Marlene 1

.. vedendola anche solo per un attimo ognuno di noi diventa, come Rath, patetico pagliaccio.

“Zucchero”, dolcissima svampita Marilyn (fece impazzire sul set, ma non d’amore, Billy Wilder e gli attori e tutta la troupe) :
“E’ la storia della mia vita : se c’è una ciliegia col verme, tocca sempre a me !”.

Marilyn 2Appanna gli occhiali di Mister Shell Junior e conquista ognuno di noi.
Ukulele e tubetti di dentifricio già tutti spremuti e nessuno è perfetto. Ma lei sì.

“Polly the Pistol” : Kim Novak così ingenua e raffreddatissima in “Baciami, stupido” :
crudele ritratto del perbenismo americano ..

Novak 1

.. ma anche tenera storia di un improbabile impossibile amore.

Le coppie intercambiabili di “Così fa tutte” : cinica  autopsia e anamnesi patologia di che cos’è l’amore.
Da Ponte grande quanto Mozart, qui anzi ancora (se possibile) più grande.

Il contino Giacomo e Silvia : lui che tralascia gli studi leggiadri e le sudate carte per ammirare lei
“quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi e, tu lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi” .

Bergman e Bogart sulle note di “As time goes by” ma non a Casablanca, a Parigi :
Colpi di cannone! O è il mio cuore che batte ?”.

E mai dimenticherei l’Aznavour di “Io tra di voi” e la Claudia Mori di “Buona sera, Dottore”.
Il cielo in una stanza.
Les amants d’un jour della Piaf che diventano gli innamorati nella camera numero 3 dell’albergo a ore.
Il Brel di “Ne me quitte pas” : “.. lasciami diventare l’ombra della tua ombra, l’ombra della tua mano, l’ombra del tuo cane”.

Mouloudji, che ricordo parola per parola dopo più di 60 anni :
Un jour tu verras l’on se rencontrera quelque part n’importe où guidés par le hazard …

Il buon don Cesare : porta il mantello a ruota, fa il notaio e mai più rivedrà la Signorinella pallida
che gli regalò una pansè, ancora profumata dopo vent’anni tra le pagine di un vecchio libro di latino.

E un dì un bel soldato partiva lontano, fu solo per gioco che lui ti baciò.
Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio ….

Il Campionissimo sfortunatissimo (l’avrebbero salvato semplici pillole di chinino) e la Dama Bianca, nera coscienza dell’Italia bigotta di allora : amanti coraggiosi, capaci di affrontare loro due soli l’Italia democristiana tutta e Santa Madre Chiesa.

E la coppia in carrozza sotto la pioggia, “quando una sera in un sogno lontano,
nella vettura io le presi la mano.. quando salvarla ancor si poteva. Come pioveva.. così piangeva.”

Dopo di loro sempre sotto la pioggia, ma in due auto diverse, con la mano di lei
avvinghiata alla maniglia che potrebbe aprendo la porta aprirle una nuova vita :
Meryl Streep e Clint nello straziante indimenticabile finale de “I ponti di Madison County”.

Aggiunta indispensabile

a questo elenco di storie d’amore di cui sono innamorato

un ‘primo incontro subacqueo’

di cui ringrazio Camillo Boito e Walter Fano

e che Visconti avrebbe dovuto filmare :

Nel 1833 il dottor Tomaso Rima inaugurava a Venezia i Bagni Galleggianti Rima.
Si trattava di uno Stabilimento “mobile” attraccato nei pressi della Chiesa della Salute,
dotato di attrezzature per “bagni caldi e freddi, dolci e salsi, semplici e medicati, a vapore e docciature”.
Lungo 123 metri e largo 17, contava una cinquantina di camerini a spogliatoio.
Fu ampliato nel 1835 e dotato di “Sirene”, gondole da bagno
con sotto la chiglia una gabbia di metallo per l’immersione  delle signore.

bagni galleggianti 1

Ecco come il tenente Remigio seduce la contessa veneziana Livia, in Senso di Camillo Boito :

“Ora ecco in qual modo principiò la mia terribile passione per l’Alcide, per l’Adone in assisa bianca,
il quale si chiamava con un nome che non m’andava a’ versi – Remigio.
Costumavo tutte le mattine di recarmi al bagno galleggiante di Rima,
posto fra il giardinetto del Palazzo Reale e la punta della Dogana.

totale
Avevo preso per un’ora, dalle sette alle otto, una Sirena,
cioè una delle due vasche per donne, grande quanto bastava per nuotarvi qualche poco …
La vasca, chiusa intorno da pareti di legno e coperta da una tenda cenerognola a larghe zone rosse,
aveva il fondo di assi accomodato a tale profondità sott’acqua
che alle signore di piccola statura rimanesse fuori la testa. A me restavano fuori le spalle intiere.
… Nuotavo quant’era lunga la Sirena; battevo l’acqua con le mani aperte,
… Molte larghe aperture, appena sotto il livello dell’acqua, lasciavano entrare e passare l’acqua liberamente,
e le pareti, mal commesse, permettevano, attraverso le fessure, di vedere, applicandovi l’occhio,
qualche cosa al di fuori – il campanile rosso di San Giorgio, una linea di laguna,
dove fuggivano leste le barche, una fetta sottile del Bagno militare,
che galleggiava a piccola distanza della mia Sirena.
Sapevo che tutte le mattine, alle sette, il tenente Remigio vi andava a nuotare.
In acqua era un eroe: saltava dall’alto a capo fitto, ripescava una bottiglia sul fondo,
usciva dal recinto attraversando di sotto lo spazio dei camerini.
Avrei dato non so che cosa per poterlo vedere, tanto m’attraevano l’agilità e la forza.
Una mattina, mentre guardavo sulla mia coscia destra una macchietta livida,
forse una contusione leggiera, che deturpava un poco la bianchezza rosea della pelle,
udii fuori un romore come di persona, la quale nuotasse rapidamente.
L’acqua si agitò, la ondulazione fresca mi fece correre un brivido per le membra,
e da uno dei larghi fori tra il suolo e le pareti entrò improvviso nella Sirena un uomo.
Non gridai, non ebbi paura.
Mi parve fatto di marmo, tanto era candido e bello;
ma il suo ampio torace si agitava per il respiro profondo, e i suoi occhi celesti brillavano,
e dai capelli biondi cadevano le gocciole come pioggia di lucenti perle.
Ritto in piedi, mezzo velato dall’acqua ancora tremolante, alzò le braccia muscolose e morbide:
pareva che ringraziasse i numi e dicesse: – Finalmente!
Così principiò la nostra relazione”.

Senso ginocchio

 

L’amore non ha limiti di spazio, di tempo, di cultura alta o bassa, di dignità di linguaggio.

L’amore è amore.

 

                                               (((                               )))

 

Tornando, come faccio da anni, al capitello di Palazzo Ducale, come tutti sono innamorato
di questa stranissima e per ora imperscrutabile storia d’amore, amorevolmente scolpita tanti secoli fa.

Love !

Quindi non posso accontentarmi di chiuderla con un pedante richiamo al rispetto dei riti
o con un superstizioso memento dell’importanza degli astrologi. Per fortuna Antonio Manno precisa :
“Intorno a questo capitello esistono frequenti interpretazioni, invero assai libere, di tanti dilettanti”.

“Dilettanti” non è in questo contesto un termine elogiativo.
Però mi conforta il grande Charlie Chaplin, forse il meno “dilettante” di tutti, che per bocca di Calvero ci dice :
Calvero 2
“E’ quello che siamo tutti : dilettanti. Non viviamo abbastanza per diventare di più”.
Peraltro dei dilettanti costruirono l’Arca che sopravvisse al diluvio universale,
mentre il Titanic fu costruito da professionisti.

E allora : dilettanti alla sbaraglio !
Sentiamole queste “altre interpretazioni invero assai libere”.
Scrivetemele : le pubblicherò.

Non c’ è fretta : abbiamo tempo anche perché sempre Calvero ci rassicura :

Calvero 1

Il tempo è un grande autore: trova sempre il finale perfetto.

Difficilmente, temo, altre interpretazioni potranno trasformare il tragico finale degli innamorati
che fanno l’amore in Piazza in un happy end. Ma forse altre interpretazioni
potranno illuminare con una luce diversa, meno pretesca e meno astrologica,
più calda e più umana quella che rimane una delle più incantevoli storie d’amore
che ci è dato – da spettatori innamorati – vivere.
Finché morte non ci separi. Ma anche no.

Teruen stretto

 

mani sì

 

 

One Response to “Amore in Piazza a Venezia.”

  1. Franco Bellino says:

    Ho scritto qui sopra :
    …. Le coppie intercambiabili di “Così fa tutte” : cinica autopsia e anamnesi patologia di che cos’è l’amore.
    Da Ponte grande quanto Mozart, qui anzi ancora (se possibile) più grande.

    Leggo oggi su ‘Repubblica’ una gradita conferma a firma Federico Capitani :
    “Il modernissimo messaggio è amorale alla maniera nietzscheana : fa piazza pulita
    di tutte le certezze sulla fedeltà e sulla ‘normale’ conduzione delle relazioni;
    mette i protagonisti di fronte al dubbio dell’amore eterno ed esclusivo.
    Alla saggia conclusione scettica sono arrivati il vecchio filosofo per esperienza e la giovane serva per indole.
    E ora la insegnano.”.

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