蟋蟀 xī shuài Cricket feeding dishes. Rarissimi servizi da tavola per un raffinato musicista ed eroico gladiatore : il grillo.
Se il chiaro di luna
avesse un suono
sarebbe
il canto di un grillo.
.. e se Beethoven avesse letto questi versi di Hawthorne,
avrebbe scritto “Chiaro di luna” per pianoforte e grilli.
Sabato 24 settembre. Sto cercando in Campo san Maurizio dalla gentile signora Anna,
che è l’unica a conoscerli e a proporli, i servizi cinesi in porcellana per uccellini : minuscoli piatti, vassoi e abbeveratoi destinati nell’antica Cina (e forse ancora oggi) alla tavola degli uccellini.
Trovo dei vassoi ancora più piccoli e più leggeri e più delicati di quelli destinati agli uccellini.
Scopro che sono destinati ai grilli !
Ho sempre pensato che un minuscolo oggetto che puoi tenere in mano, accarezzare, portare a spasso con te
nascosto in una tasca, a volte può racchiudere l’anima di un popolo. La sintesi di migliaia di pagine e di anni di studio.
Dice il saggio : “Nelle cose piccole si trovano i valori più profondi della vita”.
Oggi ognuno di questi due “piattini per un grillo” me lo conferma :
Il teatro è silenzio. Amleto & Co.
Qui sopra ho parlato del silenzio molto.
Troppo secondo il mio severissimo Editor.
“Devi tagliare” sentenzia irrevocabile.
“Ma tanto nessuno mi legge…” tento timidamente di ribattere.
“Ti leggo io. E non voglio vergognarmi di te” è il colpo di grazia dell’Editor.
Non mi resta che obbedire.
E’ già in lavorazione un’edizione riveduta del mio testo, brutalmente mutilato di almeno il 50%.
“Il 50% non basta. Devi tagliare almeno il 79%” impone l’Editor.
Non chiedetemi perché devo tagliare il 79% e non l’80%.
Come disse Adlai Stevenson :
“l’Editor è uno che separa il grano dalla pula e pubblica la pula”.
Cozzi o Antonibon-Parolin ? Scultore misterioso o modellatore migrante ? Questo è il problema. Ma loro danzano. Da secoli. In silenzio.
Per il piacere di farlo, non certo con scopi scientifici e meno che mai commerciali,
sto studiando i resti di un gruppo di porcellana che ho in prestito da un amico.
Questo innamoramento per un’antica porcellana rotta nasce probabilmente dalla mia percezione del tempo :
sento che si sta ormai avvicinando il capo-
Venezia Selfie Point
Geniale civilissima idea !
Dovremmo adottarla anche qui a Venezia, prima del Ponte della Libertà, in terraferma :
“Venezia Selfie Point”.
Così gli risparmiamo la fatica di venire a stravaccarsi per il pic-nic
sui gradini di Piazza san Marco o il rischio di tuffarsi dal Ponte di Rialto
quando magari sotto passa (incosciente!) un motoscafo.
Amore in Piazza a Venezia.
A Venezia c’è solo una Piazza. Da circa 670 anni due innamorati fanno l’amore in Piazza.
Parlando dei piatti da frito’e (http://www.francobellino.com/?p=2786#more-2786) ho scritto
che il capitello di Palazzo Ducale dedicato alla “Love Story” ha un finale tragico. Per leggere il seguito clicca qui sopra »
Francisco Goya e Gary Larson. Questo matrimonio non s’ha da fare !
Sarà blasfemo e mi cospargo il capo di cenere.
Però io penso che questo povero rospo che ha visto passare sopra il suo stagno un insetto gigantesco,
mai visto così grosso, così grasso, così appetitoso e che fulmineo – seguendo l’istinto –
ha cercato di afferrarlo al volo con la lingua vischiosa …