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Un anziano cinese con la sua gabbietta in un parco. Nella gabbietta un canarino, forse un usignolo.
Appesi a una parete della gabbietta, a sinistra è visibile una minuscola mangiatoia, dall’altra parte il piccolo abbeveratoio. Sono il servizio da tavola in porcellana finissima per l’ospite della gabbietta. Un servizio di lusso.
Molto prezioso e molto costoso. Forse in casa sua l’anziano signore non può permettersi porcellane così preziose per il te o per fare bella figura con gli ospiti. Ma per l’uccellino sì, si può permettere due capolavori in miniatura.

 

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Ogni giorno l’anziano gentiluomo porta con sé la gabbietta nelle sue passeggiate in campagna. Questo perché l’animale che gli fa compagnia in casa, merita di godere insieme a lui il respiro dell’aria aperta e la poesia del paesaggio. E soprattutto perché l’uccellino possa cantare nel suo ambiente naturale. E perchè lui, l’anziano signore, possa godere del canto dell’uccellino tra lo stormire delle fronde e i profumi della natura.

 

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Gli “Hsiao-yin” sono oggetti in cui tutto riflette questa raffinatezza di pensiero ed eleganza di azioni. Per chi li sa guardare, per chi li sa ascoltare sono oggetti-sintesi, sono enciclopedie in miniatura, capaci di parlarti e raccontarti la storia nei secoli di quasi due miliardi di persone.

Ognuno di questi minuscoli oggetti racconta una storia, tutta da ascoltare e a cui abbandonarsi come davanti a un film o in un sogno.

 

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In più ognuno di questi minuscoli oggetti è anche un ritratto. Anzi, molti ritratti.  Il ritratto di chi lo ha creato, modellandolo, dipingendolo, cuocendolo, rifinendolo amorevolmente. Il ritratto di chi lo ha scelto e magari si è svenato per metterlo nella sua gabbietta. Il ritratto di chi oggi decide di acquistarlo per ammirarlo con calma, per dargli  tempo di parlare e ascoltarlo e accarezzarlo ogni tanto.

 

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Questi servizi sono in ceramica o porcellana, spesso elegantemente decorata. I più poveri in terracotta. Ma anche in celadon, vetro, avorio. Raramente d’avorio o di giada. Un abbeveratoio rarissimo, di bambù finemente inciso, di cui non ho mai visto nulla di simile ..

 

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.. me lo ha concesso a carissimo prezzo nel secolo scorso il mitico Dan Tretiak, vecchio pirata che viveva a Pechino.

 

Ancora pochi anni, fa scrive Stephen Markbreiter su ‘Arts of Asia’, May-June 1985, pagina 69 : “ … alla mattina presto e fin verso le 11 si vedevano uccellini, portati dai loro proprietari nei prati, lavarsi e rinfrescarsi in una gabbia che ha un recipiente profondo per l’acqua del bagno”:

 

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Poco (che io sappia) è stato scritto su questi affascinanti servizi da tavola
che tu puoi guardare, toccare, accarezzare e che racchiudono misteriosamente in pochi millimetri di superficie, in pochi grammi di peso,
il senso e la profondità di centinaia di ponderosi volumi.
Pensieri, ricordi, emozioni : l’anima di un popolo.

 

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Oggi si trova ancora qualcuno di questi vassoi sul web, cercando nei siti di Gallerie specializzate in arte dell’Estremo Oriente :

Bird feeders. Hsiao-yin. 餵鳥器

 

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Presto, temo, diventeranno preda ambita, e quindi sempre più inavvicinabile, dei ricchi collezionisti cinesi. Come in fondo è giusto che sia.

Questo bellissimo doppio abbeveratoio :

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è datato 1426-1435 durante il regno dell’imperatore Xuande.

Xuande (1398-1435) era non solo Imperatore, ma anche un grande pittore e raffinatissimo collezionista, senza problemi di budget, beato lui !
L’abbeveratoio è stato valutato in un’asta Sotheby’s ad Hong Kong nell’ottobre 2014 tra 80.000 e 100.00 dollari.

Nella stessa asta però è stato aggiudicato quest’altro abbeveratoio,
stessa epoca, stesso prezioso “six characters mark” che certifica l’appartenenza o la destinazione imperiale :

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per la non indifferente cifra di 137.00 dollari – 126.000 Euro,
che per quelli della mia età sono la bellezza di 265 milioni,
esattamente 265.268.990 di lire !
265 milioni di lire non per un diamante purissimo, ma per la ciotolina destinata alla gabbietta di un uccellino.

 

Io mi accontento di un’umile collezione :
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… che mi fa sentire ricco anche se mai in vita mia avrei il coraggio di tenere in gabbia un uccellino. L’uccellino in gabbia non ce l’ho e non l’avrò mai, ma se arrivasse come ospite sul davanzale di una finestra ho pronti raffinati servizi da tavola degni di lui.

Perché come Rodolfo in ‘Bohème’ canto :
In povertà mia lieta scialo da gran signore..

 

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