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Cristo del mare : finita infinità

Amo questo Crocefisso da 57 anni.

Gli ho persino dato un nome : “il Cristo del mare”.

Lo amo perché mi commuove. E’ in più lo amo perché mi racconta una storia.

 

Amo l’idea di Cristo lasciato solo sulla sua croce in un orizzonte che si è ridotto a un solo scoglio selvaggio in mezzo al mare.

Dalle rocce aguzze germoglia (nessuno l’ha piantata lì) la croce.
Tutt’intorno solo un mare verde-azzurro tutt’altro che amico.
Il cielo è un oro affranto, lacerato, sminuzzato dal tempo
e anche graffiato dagli uomini.

Cristo non è morto : è vivo, soffre ed è solo.

Le mani sono aperte, volte verso di noi,
a mostrarci le ferite ma anche ad accoglierci per abbracciarci.

Il perizoma candido, intatto.
Eppure dal corpo ferito sprizzano gocce di sangue rosso carminio.
La torsione del corpo dolcissima e malinconica.
C’è profumo di salmastro nell’aria.

 

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Mi commuove perché Cristo, ancora vivo, è solo.

Non c’è nessuno vicino a lui. Non ci sono i due ladroni,
non ci sono i carnefici, non ci sono nemmeno Maria, la Madre, e Giovanni.
E’ solo, disperatamente solo, ma non è disperato.

E’ solo su uno scoglio, irto di rocce aguzze, in mezzo al mare.
Ma non c’era il mare dove Cristo è stato crocefisso : sul Golgota
il mare non c’è e dal Golgota il mare non si vede.
Qui Cristo è solo in mezzo al mare.

Il “Cristo del mare” è un’icona cretese-veneziana di circa 500 anni fa.

Ho sognato di acquistarla però nessuno al mondo la può acquistare.

Chi la possiede è il più famoso antiquario italiano di icone e non la vende.
Ho parlato per mesi con lui, con sua moglie, con uno dei figli e con un suo assistente. Niente da fare.

Dice Carlo Teardo e conferma sua moglie :
“Non lo vendiamo perché è il nostro primo acquisto. Rimarrà sempre con noi. E comunque, caro Franco, se proprio dovessi venderlo, c’è in lista d’attesa prima di te un avvocato”.

Non ho mai creduto che ci fosse davvero un avvocato davanti a me in lista d’attesa, perché nessuno prima di me aveva notato che, come in nessun altra icona greca o russa conosciuta, Cristo fosse solo in mezzo al mare.
Sono io che l’ho scoperto e se non lo sa nessuno,
lo sa però “il Cristo del mare”.

Però oltre a rappresentare un dramma,

 

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il “Cristo del mare” racconta una storia.

 La storia che racconta “il Cristo del Mare” non è drammatica, anzi :
è una storia di raffinata eleganza, di grande classe e signorilità.

Questa è la storia, Molière ambientato in via Santa Marta, Mozart in sottofondo.

Con l’antiquario Carlo, con la signora, con il figlio Tommaso a Verona,
Giovanna ed io abbiamo parlato molte molte volte del “Cristo del mare”.
Insieme in Galleria lo abbiamo a lungo studiato, ammirato, persino sfiorato con la punta delle dita.

Eppure mai, e sottolineo mai, mai nessuno ha sfiorato l’argomento “Quanto costa ?”.

Non si è mai parlato del prezzo perché ovviamente “il Cristo del mare”
non era in vendita e quindi non c’era ragione di parlare del prezzo.

Però c’era ragione, e desiderio di tutti noi, di dialogare. C’era il piacere
di una schermaglia dialettica … l’interesse di condividere informazioni :

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il “Cristo del mare” regala informazioni.

- Che sia opera di Emmanuel Lambardos ?

-  E se è davvero Lambardos, sarà lo zio Emmanuel (1567-1631)
oppure il nipote, sempre Emmanuel (….-1644) ?

 

 

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A Venezia all’Istituto Ellenico in San Giorgio dei Greci c’è un Crocefisso, con panneggio del perizoma identico e identiche sono le rocce aguzze su cui è issata la croce. Però il Cristo non è solo : tutt’intorno ci sono i canonici personaggi : i due ladroni, i carnefici, il Centurione, Maria e Giovanni…

 

il “Cristo del mare” crea emozioni e ci contagia.

Oltre alle informazioni c’era soprattutto il piacere di scoprire
e poi condividere personalissime emozioni :

- Io lo amo perché è disperatamente solo, ma non è disperato..

- Io invece lo amo – dice la signora Teardo – perché insieme ad un mestolo per battesimo, rappresenta il primissimo acquisto della nostra avventura di antiquari.

- Non stavamo ancora insieme – conferma Carlo – l’ho preso ad un’asta soltanto perché lei mi aveva sussurrato : ”Lo vorrei!” …

- Dice la signora: “il Cristo del mare” rimarrà con noi a meno che un giorno non ci dividiamo….

A questo punto sul viso di Giovanna scorrono due lacrime e io capisco che il sogno non è finito : il sogno continua diverso e, forse, persino più bello.

 

 

Oggi la gente

conosce il prezzo di tutto

e il valore di nulla.

(Oscar Wilde)

Noi conoscevamo il valore del “Cristo del mare”, non ci interessava il prezzo.

Del resto tutti noi sapevamo che “Ogni cosa che costa solo denaro, costa poco” (Steinbeck).

E’ bello che per mesi si sia dialogato senza sfiorare mai l’argomento che da solo avrebbe potuto immediatamente troncare il dialogo, far scoppiare la bolla di sapone, distruggere l’incanto.
Un dialogo, a voler essere concreti e razionali, futile e inutile. Eppure piacevole per tutti i partecipanti.

Ecco allora che in tanti anni, in tante scherzose schermaglie, in tante appassionate dichiarazioni d’amore per il “Cristo del mare” –
da parte mia che in qualche modo l’ho anche “inventato”,
da parte di Carlo che pure ha per le mani decine di icone infinitamente più importanti e più rare e più preziose,
da parte della signora che finge di non voler cedere nemmeno ad una eventuale disponibilità del marito, e da parte del figlio e del commesso/direttore
e persino dell’anziano fattorino e della Giovanna –

… è bello che nessuno abbia mai affrontato l’unico vero argomento che avrebbe potutto far cessare immediatamente la trattativa : il prezzo.

Questo perché per nessuno di noi, e soprattutto per “il Cristo del mare” non è mai stata una trattativa : è sempre stata una storia d’amore.

Ancora oggi, dopo 57 anni, “il Cristo del Mare” fa parte dei miei sogni perché è fatto della materia di cui sono fatti i sogni. Mi parla e mi racconta la sua storia. Che è poi anche la mia storia.

 

Gianfranco Ravasi mi suggerisce dei versi e sembra che Emily Dickson li abbia scritti proprio guardando il “Cristo del mare” : così disperatamente solo in mezzo al mare :

 

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Ha una sua solitudine lo spazio,

una solitudine il mare

e solitudine la morte – eppure

tutte queste sono una folla

in confronto a quel punto più profondo.

Segretezza polare

che è un’anima davanti a se stessa

finita infinità.

 

 

 

Nota :

“il Cristo del Mare” e poi “la Polena del re Salomone” hanno diritto ad un posto d’onore in un elenco di oggetti che raccontano una storia.

Sono oggetti che non vivono con me : vivono però nel mio ricordo e nei miei sogni. Ce lo dicono proprio loro :

“Come voi umani, anche noi oggetti che raccontiamo storie
siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni”
(Shakespeare ‘La tempesta’ – Prospero: atto IV, scena I.)

Dice a Francesca (Meryl Streep) il fotografo Robert (Clint Eastwood)
ne ‘I ponti di Madison County’ :
I vecchi sogni erano bei sogni.
Non si sono avverati, comunque li ho sognati.

Anch’io li ho sognati quei bei sogni. E li sogno ancora oggi.

Questi sogni non realizzati, ogni giorno mi parlano e li ascolto
e mi raccontano storie meravigliose. Forse ancora più belle
sono queste storie
che non se quei sogni li avessi per davvero realizzati.

 

One Response to “”

  1. Giovanni says:

    Pezzo meraviglioso, come spesso accade da queste parti.
    Mi viene da pensare che rispetto alla storia del Cristo in mare, voi che lo avete avuto per le mani e davanti agli occhi in questo racconto siete gli ultimi minuti di una storia lunghissima. Quanti altri Franco e Giovanna, quanti altri mercanti appassionati lo avranno osservato, amato, inseguito.
    La vibrazione per la bellezza è simultanea, non ricade sotto la dittatura e la limitazione del tempo. È una vibrazione che ti fa sentire oggi nel leggere l’Infinito quel che sentiva Leopardi. Il tempo recede di fronte all’allineamento dei sentire.
    E dato che citi I Ponti di Madison County, non posso esimermi dal ricambiare con un pezzo del mio cammino… se hai voglia e tempo.
    https://youtu.be/vz-j42VxueA
    Un abbraccio fortissimo. E grazie.

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