Non mi fido di un coccodrillo. Nemmeno quando sarò morto.

Nel giornalismo il ‘coccodrillo’ è il ritratto di ogni personaggio (attori, cantanti, politici, criminali, campioni sportivi) che si tiene sempre pronto in Redazione. Così se qualcuno muore all’improvviso tu non devi fare ricerche : l’articolo, cioè ‘il coccodrillo’, ce l’hai già bell’e pronto.

Siccome però del ‘coccodrillo’ scritto da altri io non mi fido, il mio me lo sono già scritto da solo. Nel mio coccodrillo ci ho messo Chaplin e Roy Batty, Prevert e Li-Yu,
Francois Villon e Verdi e Puccini e anche Giovanna.

Non è male, spero soltanto che venga buono tra molti, moltissimi anni.

Eccolo :

E’ scomparso in silenzio, nell’elegante malinconia
di un tramonto veneziano (ma forse indiano), Franco Bellino.

Per tutta la vita Franco ha cercato di donare a chi incontrava almeno un sorriso.

Ebbe un solo grande primo e ultimo amore.

La sua scomparsa ha lasciato per brevissimo tempo
e in pochissime persone  minime tracce :
lacrime nella pioggia, lettere d’amore scritte sulla sabbia.

Fu sempre franco, non sempre bellino.

Se tu, chiunque e dovunque tu sia,
leggendo queste righe sorridi – anch’io,
chiunque e dovunque ora sia, sorrido.

 

Post Scriptum
anzi : Ante Scriptum

José Antonio Muñiz Velázquez, direttore del Dipartimento di Comunicazione
dell’Università Loyola di Sevilla è convinto, e lo propone sempre come esercizio ai suoi studenti
sia in Spagna che in Italia, che scrivere il proprio ‘coccodrillo’
sia un ottimo esercizio di scrittura creativa.
Prova anche tu. Ti farà molto bene, anche se non sei superstizioso.

One Response to “Non mi fido di un coccodrillo. Nemmeno quando sarò morto.”

  1. Non che io voglia anticipare gli eventi,
    però già da un bel po’ siamo nel terzo atto, no ?
    E’ nato così un piccolo coccodrillo :

    Franco Bellino è un contastorie.
    Raccontare storie, dall’asilo all’Università (negli ultimi anni addirittura come Prof)
    gli ha procurato un lavoro a 17 anni, libertà di orari e abbigliamento,
    stipendi superiori ai suoi reali meriti.
    Ha scritto storie per Mira Lanza, Brooklyn, Barilla.
    Ha vissuto a Milano, Siena e Venezia e
    in vari Paesi del mondo : Gujarat e Rajasthan, USA, Bali.
    Non ha mai investito una sola lira, ha sempre speso tutto.
    In viaggi, ristoranti, libri, arte, antiquariato.
    No, in donne no. Una sola donna, però amatissima.
    Perciò adesso vive in dignitosa povertà in un palazzo sul Canal Grande.
    Con l’ascensore.

    Sarò franco : è proprio bellino.

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