La coda del Leone è il Canal Grande.

Ho fatto una scoperta : la coda del Leone di san Marco è il Canal Grande.

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Nessuno se ne è mai accorto prima di me perché nessuno lo ha mai chiesto a un bambino.

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Sul Leone di san Marco hanno scritto libri, saggi, articoli. Lo hanno studiato esperti di storia veneziana, di araldica, di simbologia. Alberto Rizzi ha pubblicato 3 splendidi volumi.

Ogni dettaglio del Leone – la sua posizione, l’espressione, il libro, la spada, le ali -
ha un suo significato, a volte storicamente documentato, a volte frutto di secolari tradizioni, a volte pura ipotesi.

La mia è una pura ipotesi : la coda a “S” del Leone di san Marco non è casuale,
non è puramente decorativa : la coda a “S” che sferza l’aria e vive stupenda nello spazio rappresenta il Canal Grande, la strada più bella del mondo, l’anima di Venezia.

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Se nessuno se ne è mai accorto prima di me
è soltanto perché nessuno lo ha mai chiesto a un bambino.

Un bambino lo vede subito che la coda a “S” del Leone di san Marco
rappresenta proprio l’andamento sinuoso, inconfondibile e unico al mondo
del Canal Grande.

 

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Un bambino lo vede subito e lo vede subito anche un rimbambito.

 

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7 Responses to “La coda del Leone è il Canal Grande.”

  1. Sì, lo so : sembra incredibile che nessuno prima di oggi abbia mai visto che la coda del Leone di san Marco
    è proprio uguale alla linea che disegna il Canal Grande nel cuore di Venezia.

    Eppure persino il più completo testo sul tema, “I Leoni di san Marco” di Alberto Rizzi, nel primo dei suoi 3 volumi,
    in cui passa in rassegna tutte le possibili interpretazioni dei vari ‘attributi’ del Leone,
    a proposito della coda a pagina 40 non fa il minimo cenno alla innegabile somiglianza della coda a “S” con il tracciato del Canal Grande.

    E nessuna citazione trovo negli altri libri consultati e nei siti visitati.
    Però se qualcuno mi invierà la prova che altri hanno visto, o anche solo intravisto, il Canal Grande nella coda del Leone,
    io ricambierò volentieri con un giro di ombre e cichetti nei più malfamati bàcari di Rialto.

    Quando el Leon alsa la coa, tutti gli altri sbasan la soa!

  2. Paolo says:

    Caro Franco, sono così assetato d’ombre che farò ogni sforzo per trovare tracce di una precedente e simile intuizione.
    Altresì spero di non trovarla, per dare giusto merito alle tue ricerche. Prendere per la coda il Serenissimo Leone è da Capitani Coraggiosi.
    E tu lo sei. Ricordo bene quando ci siamo avventurati per canali e tu stavi a prua con una trombetta in mano per segnalare il nostro proditorio transitare.
    Spero comunque di tornare presto in laguna per bacarare in tua piacevole compagnia.

    Soto la protesion de misièr nòstro San Marco!

  3. Franco Bellino says:

    Ho ricevuto molti commenti (tutti da me spudoratamente sollecitati) all’idea che la coda a “S” del Leone di san Marco
    rappresenti, o quanto meno evochi, il Canal Grande. Commenti quasi tutti positivi, di un antiquario veneziano,
    un farmacista-regista, un’esperta di PR, il Direttore di un Museo, il CEO di un’Agenzia internazionale, uno scrittore di pubblicità….
    Li riporto qui anonimi perché temo che in molti casi l’affetto e l’amicizia abbiano prevalso sull’obiettività del giudizio.

    DdP
    BELLISSIMO…… INCREDIBILE

    RR
    Si sa che Franco è un geniale visionario. Venezia da proteggere.

    BBW
    Veramente incredibile! Invece che su FB ne scriverei a qualche vero cultore di Venezia, al vecchio vostro amico Cacciari, a Sgarbi ..

    AA
    Geniale, la verità è sempre davanti agli occhi di tutti, ma solo il saggio sa vederla…
    Grande Franco, bambino perspicace e sempre pronto a stupire.

    L&GS
    Ciao, hai perso l’occasione di parlare con G. Chiama che vuol complimentarsi con te per la scoperta.

    UC
    EVVIVA!!! Mi sembra proprio che sia una scoperta EPOCALE (per il Leone),
    peccato che non ne ho trovato traccia sulla prima pagina dei quotidiani e se non sbaglio neanche nei tg della sera!!!
    Ancora una volta non viene riconosciuto il valore vero, quello che cambierà il modo di pensare e di vivere delle prossime generazioni.
    Sono sicuro che se continuerai a “parlare” con il Leone (dalla parte della coda, mi raccomando)
    prima o poi la tua scoperta riceverà i giusti riconoscimenti (il Nobel?) che merita.
    COMPLIMENTI e CONGRATULAZIONI per il prossimo Premio, sono fiero di essere tuo amico!

    ET
    Non so se dal punto di vista storico può avere un qualche riferimento o richiamo,
    dal punto di vista iconografico è però stimolante, proprio perché la coda mi sembra molto insistita.
    Siccome di ipotesi se ne fanno di ogni tipo, non mi sembra poi così folle.

    E infine, last but not least, il parere espresso dal massimo esperto nel mondo su “I Leoni di san Marco”,
    Leoni a cui ha dedicato anni di studio, ben 3 volumi con centinaia di pagine e migliaia di fotografie
    e che dimostra ancora oggi una curiosità ed una passione vivissime.
    AR legge immediatamente il mio scritto e mi dice :
    “Devo essere sincero : io non ci avevo pensato.
    Nel mio libro avevo azzardato l’ipotesi che quando la coda del Leone disegna una “S” rovesciata,
    fosse un suggerimento di sacralità. Con mia sorpresa WXZ, grande studioso di storia religiosa e di Venezia
    mi ha detto che era possibile. Sulla sua ipotesi >coda del Leone=Canal Grandecoda a “S” del Leone=Canal Grande<
    è così convincente che ti sembra “di saperlo da tanto tanto tempo”.
    Anche se nessuno prima lo ha mai scritto fino a 48 ore fa.

  4. gio says:

    Quando un animale insegue la sua preda, l’unica cosa che vede è la coda.
    La coda è la promessa del pranzo, anticipo di felicità. Ma ancora sfida e incertezza.
    Tu sei sempre stato lo stesso incantevole predatore.
    Hai sempre inseguito la coda con la velocità mentale del ghepardo con la gazzella.
    Hai osservato il Canal Grande per anni. Poi, al momento buono. Basta uno scatto. Ma bisognava essere lì in quel momento e afferrare l’idea.
    Hai preso la coda.
    Promessa di secoli di storia, anticipo di bellezza assoluta.
    Me ne sto da buon conglietto nel prato. E medito la bellezza del leone.
    Grazie per questa luce Franco!

  5. Sasa says:

    This is a very interesting observation !
    It seems that not every lion has its tail curved in a Canal Grande shape, but many do.
    Is it a territorial thing (for example, only lions in Venezia proper have curved tail),
    or maybe historical (say, lions after the 17th century have curved tail) ?

  6. Dan Morel danilovich says:

    non voglio più ti tanto addentrarmi su piccoli particolari, in questo caso la coda del leone, che in molte raffigurazione ha sempre una posizione differente. posso consigliarvi, di leggere le mie ricerche, che pubblico sulla pagina FB sotto il nome di ECCE LEO.
    del leone lapideo sopiamo ben poco, in alcuni casi neppure i nome di vari scultori di certo sapialo che vi erano più maestri da cui si attingeva per il modello, famoso è quello del “maestro di Montona, oggi un paesino croato identificato con il nome di Motovun. qui si possono vedere e contare oltre 10 leone la cui scultura è superba tanto da rasentare la mano del sansovino. è certo che i leoni erano dipinti all’uso dei romani e proprio da montona si vedono su alcuni le ultime tracce dei loro colori, similmente a quello di vastagna. circa poi il leone con la spada, e il libro aperto, immagine sfruttata oggidì in più versioni, prende spunto dalla bandiera a 5 cinque cose ( e non sei come vediamo oggi in giro) del morosini. perche questa versione? era una bandiera personale e non dello stato veneto . morosini alzava questa insegna come doge, infatti esse indicano il suo rango e lo stato veneto. vi è anche un’altro leone che alza la spada ha il libro aperto ed esso raffigura la GIUSTIZIA. . ci sarebbe ancora molto da scrivere ma non voglio annoiarvi.

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