Amo Wang Xizhi. E le sue oche.

Goose or magpie bringing good wish

Io sono dall’Oca ed ecco che vedo due oche. Forse tre.
Amo questo oggetto (è un ‘guajian’ o ‘zui-zhi’ cinese, gli antenati dei più famosi netsuke giapponesi) ) perché la prima volta che l’ho preso in mano, subito ho visto due oche. E io sono orgoglioso di appartenere alla Nobile Contrada dell’Oca in Siena.

Amo questo guajian perché gli ho dedicato giorni e giorni di studio e di ricerche : volevo scoprire che cosa rappresenta. Finalmente ho trovato la soluzione nel bellissimo imprescindibile volume di Patricia Welch : “Chinese Art – A Guide to Motifs and Visual Imagery”.  Pagina 75 : “Un’oca o delle oche in una immagine con un uomo anziano, vestito con un largo abito ed un copricapo e spesso seduto ad un tavolo con pennelli da calligrafia a portata di mano, rappresenta sicuramente il famoso calligrafo del quarto secolo Wang Zizhi (circa 303-361 dC)”.

Grande ! Da qui sono seguiti giorni di studio, ma ora sapevo chi dovevo trovare.
Ecco il mio uomo : Wang Xizhi , il più grande e il più antico dei calligrafi cinesi (in Cina la calligrafia è persino più importante della Pittura) è particolarmente ricordato per una sua passione : le oche.
Dice la leggenda che egli scopri il trucco per muovere il polso mentre tracciava  segni col suo pennello, proprio osservando come le oche muovono elegantemente  il collo.

Dice sempre la legenda che nel territorio di Shanyin viveva un monaco taoista che da sempre sognava di possedere una copia del testo fondamentale del suo credo – il “Tao te Ching” (il grande libro del Tao) -  scritta a mano con la calligrafia di Wang Xizhi.

Il monaco però non conosceva personalmente Wang Xizhi, non avrebbe mai osato rivolgergli la parola e non poteva nemmeno sognarsi di pagare l’opera di un artista così famoso. Così, come spesso fanno i religiosi anche dalle nostre parti, applicò creativamente  il ‘pensiero laterale’.

Sapendo della passione di Wang Xizhi per le oche, ne allevò uno splendido branco accanto al suo tempio. Una mattina,  passando proprio di lì, Wang Xizhi vide quelle bellissime oche e se ne innamorò perdutamente.
Chiese al monaco : “Me le venderesti  ?”.
“No – disse il monaco – le mie oche non sono in vendita. Però sarei felice di regalartele tutte”.
“Regalarmele ?” – Wang Xizhi non credeva alle sue orecchie.
“Sì, te le regalo, se soltanto tu mi scrivi con la tua calligrafia le pagine di questo libro”.

Entusiasta dell’idea, Wang Xizhi si mise immediatamente all’opera. Lavorò con passione l’intera giornata e a sera se ne tornò a casa con le sue bellissime oche. Tutti erano felici : l’astuto monaco, il grande artista e, forse, anche le oche.

Guardiamo adesso la piccola scultura di legno. Per meglio leggere la scena, l’ho fatta fotografare decine di volte, ruotando ogni volta di qualche millimetro il cilindro. Adesso la scena si vede tutta intera con un solo colpo d’occhio.

Ecco il famoso artista. Sta scrivendo su un elegante tavolino portatile  all’ombra di un pino. Proprio sotto un pino infatti Wang Xizhi viene spesso rappresentato,  come nel celebre dipinto del famoso maestro Qian Xuan.

Tree bending to shelter Wang Xizhi

il pino protegge Wang Xizhi

Di fronte a Wang Xizhi si vede chiaramente  il monaco. E’ più piccolo della maestosa figura del famoso artista e in più si inchina deferente ad ammirare il grande calligrafo al lavoro. Con una lente di ingrandimento e con un po’di immaginazione, si vedrebbe anche che il monaco ha un’espressione arguta e soddisfatta, proprio quella di chi è riuscito a realizzare un colpo difficilissimo.

Wang Xizhi scrive

l’inchino del Monaco

Accanto al monaco sul prato ci sono quelle oche che Wang Xizhi  (proprio come me) ama così appassionatamente.

le oche

l’oca becca il Monacok

E, se guardi in alto, ecco che da un ramo del pino un’altra oca, o forse una gazza, vola giù da un ramo. Forse un’oca, forse una gazza : cosa c’entra la gazza ? Sempre Patricia Welch suggerisce : “A volte si aggiunge una gazza per arricchire il significato simbolico dell’immagine. Infatti, con la gazza si completa l’augurio che dice : “Possiate tu e tu moglie vivere felici per sempre.”

oca o gazza in volo beneaugurante

Ecco perché io amo questo oggetto : perché ogni giorno mi parla di poesia, di passione e di ironia.

Poesia : trovo poetica l’idea del pino che piega il suo tronco e si china per offrire ombra e riparo all’artista che lavora tutto il giorno senza mai riposare sotto le sue fronde. E’ davvero poetica l’intuizione di attribuire una tale sensibilità ad un vegetale.

Passione : la storia di un amore a lungo vissuto. In Cina le oche sono considerate il simbolo perfetto per due innamorati che hanno trascorso molti molti anni insieme e che si trovano ora nell’inverno della loro vita di coppia. Proprio come Giovanna e me.

Ironia : lo scultore avrebbe potuto piazzare l’oca che sta più in basso dove voleva, dove più gli era comodo. E invece no : la sistema proprio in una posizione dove sembra che l’oca stia beccando il sedere del monaco. Perché metterla proprio lì ? Forse perché l’oca, come una sposina quando nel giorno delle nozze abbandona la casa dei genitori dove è nata e cresciuta,  prova un attimo di felice malinconia ? Forse perché quell’oca vuole dolcemente punire il monaco che, dopo averla così amorevolmente cresciuta,  adesso la cede al famoso calligrafo ? Chi lo sa ?

Io so però che questo tocco di sorridente ironia ed auto-ironia è il segno sicuro del genio.

2 Responses to “Amo Wang Xizhi. E le sue oche.”

  1. bravo Franco!
    non solo sei riuscito a risolvere l’enigma del significato della scena, piuttosto rara nell’ambito dell’arte cinese, ma, soprattutto, sei stato abile in origine a decifrare il tema, di non facile lettura in un oggetto che porta inequivocabili i meravigliosi segni del tempo e dell’usura, di per se stesso intagliato in uno stile scultoreo scarno, quasi minimale, ma proprio per questo oltremodo affascinante.
    E pensare che qualcuno avrebbe potuto scambiarlo per un inutile pezzo di legno, quando invece porta con sé la memoria più viva della tradizione di un popolo.
    Francesco

  2. Davvero interessante, Franco.
    Devo ammettere che non ho mai visto la storia di Wang Xizhi e delle sue oche
    rappresentata su un toggle cinese. Possiedi perciò un vero tesoro.
    Margaret Duda

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